sabato 8 ottobre 2011

E' TEMPO DI SCELTE

Quante volte in politica la Destra Italiana ha attraversato momenti difficili o risultati elettorali deludenti, eppure mai mi era capitato di dover assistere ad un progressivo stillicidio di incertezze tutte legate ad una risposta insufficiente che anche la nostra classe politica dà ai problemi dell’Italia. Non si capisce perché il PDL non abbia più coraggio nello scegliere posizioni nette e Berlusconi prenda finalmente in considerazione seriamente il dato di fatto che nel paese non c’è più verso di lui una ondata positiva, traendone qualche conseguenza. E’ certo che lui ha cercato di affrontare con impegno una crisi economica pesantissima, ma più la gente è distratta dalle sue avventure personali e meno le si infonde fiducia. Tanto meno si riescono a trasmettere messaggi positivi e di ripresa.  Passa così l’immagine complessiva di una “casta” politica perfino peggiore di quella che è, così anche le balle diventano vere e cresce il distacco della gente, l’autolesionismo cieco di chi urla in modo squinternato e demagogico, Di Pietro docet, senza però dare alcuna ricetta credibile per uscire dal caos. E’ in atto infatti nella politica un autolesionismo sciocco, l’atteggiamento tipico di chi si vergogna e non reagisce. D'altronde come si può reagire se anziché affrontare i problemi del paese in Parlamento sono presi dal giudicare questa o quella richiesta di arresto, questo o quel decreto di fatto legato anche alla figura del premier? E’ un circolo vizioso e senza uscita, sapientemente manipolato da alcuni Magistrati che hanno verso Berlusconi un odio viscerale, esasperato, anche se certo non manca loro materia prima per impastare le cose. Passa così un messaggio generale di resa che è politico, economico, negativo per tutto il Paese (pensate la nostra immagine all’estero…) mentre nulla all’orizzonte sembra segnalare un’alba di resurrezione, anche perché i giochi sembrano bloccarsi a vicenda o si muovono troppo lentamente. Alfano, per esempio, sembra una positiva novità ma che spazio ha per muoversi ? Che autonomia, che capacità di prendere effettivamente in mano le redini del partito ? Se il PDL crede in sé stesso deve procedere senza perdere un solo giorno per la strada dei congressi, deve contribuire a rifare una legge elettorale che introduca la Preferenza,deve soprattutto fare autocritica, rilanciarsi ed imporre al suo interno un po’ di gerarchia e di disciplina. Ma non può dimenticare che 1 milione di iscritti vorrebbero fare e non sanno “cosa” fare o migliaia di amministratori locali lasciati soli e allo sbando, senza una sola direttiva.  Il Parlamento dovrebbe discutere di leggi più serie, più concrete, di vera semplificazione e soprattutto di auto-responsabilità, invece è uno stillicidio di strutture burocratiche che pensano solo a rompere le scatole ai cittadini produttori su formalità e non sulla sostanza, spillando soldi a chi lavora, a chi cerca di far bene e correttamente ma scivola su qualche pagliuzza mentre molti (vedi la tragedia di Barletta) non si fanno scrupoli di sfruttare la gente fidando evidentemente in nessun controllo. Come si fa quindi a non essere delusi quando non si vedono sbocchi? Eppure credo che la stragrande maggioranza degli italiani non ami la sinistra né voglia ritornare a Prodi, Di Pietro, Vendola o Bersani ma attende un segnale serio, chiede collaborazione e non veti incrociati, così come vorrebbe che il Cavaliere proponesse un suo progressivo passaggio di mano.  Forse anche lui , come Bossi, si è chiuso in un “cerchio magico” inavvicinabile ed anche per questo ha forse perso il contatto con le realtà quotidiane, il mondo delle imprese, la gente comune che in passato lo aveva sempre applaudito.

Massimo Mariotti

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