giovedì 24 maggio 2012

I SOLITI "EROI" NOTTURNI

"Era purtroppo  prevedibile. succede ogni anno nell'indifferenza generale" con queste parole l'associazione CasaPound Italia commenta il vile operato di chi ha dato fuoco alla corona di fiori in ricordo di Sergio Ramelli e ha imbrattato il muro della via dedicata al giovane militante del Fronte della gioventù, assassinato da un commando di estremisti di sinistra. L'associazione lancia l'appello alla nuova giunta comunale "tra i consiglieri ci sono ex de " fronte" quell'associazione giovanile che è stata la scuola di politica molti volti della nostra città e ci sembra doveroso chiedere che si faccia qualcosa per questa situazione che ogni anno peggiora sempre più. Da anni il nostro gruppo giovanile, il Blocco Studentesco, raccoglie firme e preme perche l'amministrazione conceda un murales commemorativo che faccia anche da insegnamento alle generazioni che passano per quella via, importantissima per il mondo delle scuole. Quest'anno avevamo deciso di non partecipare per evitare strumentalizzazioni elettorali, partecipando al corteo a Milano, città di Sergio Ramelli. Che i politici di questa città dimostrino alla "base" con i fatti, che Sergio non si ricorda soltanto il 29 Aprile.> tra i commenti anche quello di Marcello Ruffo, responsabile scaligero di CasaPound e di recente eletto consigliere nella terza circoscrizione, comprendente appunto anche via Ramelli "la triste situazione rischia di diventare abitudin e noi questo non lo possiamo tollerare. Da anni mi batto insieme ai miei ragazzi perche Sergio sia una "bandiera ideale" e non soltanto istituzione per  pochi. Purtroppo tutte le nostre richieste sono sempre cadute nel vuoto ma non ci siamo dati per vinti. Io stesso m''impegnerò per portare avanti questi progetti, appena inizierò il mio lavoro nel consiglio di circoscrizione e spero finalmente di riuscire a rompere quel muro di gomma che c'e' nelle istituzioni"  intanto l'associazione Blocco Studentesco fa sapere che si sta gia attivando per ripristinare al piu presto il decoro di Via Ramelli e conclude  "da anni diciamo che bisogna creare un coordinamento per la gestione della via e per organizzare attività educative relative a questa triste pagina di storia italiana. Speriamo che prima o poi qualcuno lo capisca si mobiliti con noi"
http://www.facebook.com/#!/notes/cutty-sark-verona/imbrattata-e-data-alle-fiamme-la-corona-di-fiori-in-via-ramelli/431670063519067

martedì 22 maggio 2012

IL MOVIMENTO SOCIALE...FUORILEGGE!

Msi fuorilegge. Non siamo negli anni Settanta, quando tentarono di tutto per cancellare il partito di Almirante dal panorama politico italiano. Non siamo neppure nell’immediato dopoguerra. Siamo solo in presenza di una vicenda che, se non fosse grave, sarebbe grottesca. Tutto ha un limite. E il limite, nello “scandalo” del console Mario Vattani, è stato superato – di molto – in un clima di colpevole silenzio. Perché il punto cruciale non è più la sua esibizione canora sul palco di Casapound ma la discriminazione di un’intera comunità politica. Vattani – prima richiamato dalla Farnesina, poi reintegrato dal Tar e ora di nuovo richiamato in Italia su decisione del Consiglio di Stato – è stato considerato “impresentabile” per la sua militanza missina negli anni Ottanta. Il capo d’accusa: aver avuto un passato nel Fronte della Gioventù, ragion per cui – come si legge nel memoriale della Farnesina – la sua permanenza all’estero sarebbe «in palese contraddizione con le alte funzioni di rappresentanza dello Stato che è chiamato a svolgere». Vattani “condannato” per essersi iscritto all’organizzazione giovanile missina nel periodo in cui il segretario era Fini. Parole che potrebbero riguardare tutti, a ogni livello. Una sorta di messa al bando a posteriori, secondo la quale – a rigor di logica – Fini non avrebbe potuto fare il presidente della Camera, La Russa il ministro della Difesa, Gasparri il capogruppo Pdl al Senato, Matteoli il ministro delle Infrastrutture, Alemanno il sindaco di Roma e la Meloni il ministro della Gioventù. Il che ha provocato la protesta di chi ha vissuto le difficili ed esaltanti stagioni della destra, da Domenico Gramazio a Enzo Raisi e Bruno Murgia. Nessuna reazione invece dal Quirinale, di solito molto loquace. C’è tempo per rimediare, meglio tardi che mai. Purché si rimedi.
http://www.secoloditalia.it/stories/Politica/3154_il_msi_messo_fuorilegge_a_posteriori._il_colle_che_dice/#.T7remU1UTiV.facebook

lunedì 21 maggio 2012

INNO MAMELI INSEGNATO A SCUOLA

'A partire dal prossimo anno scolastico nelle scuole elementari italiane potrebbe diventare obbligatorio ''l'insegnamento dell'inno nazionale e dei suoi fondamenti storici e ideali, attraverso il supporto degli strumenti didattici necessari''. E' quanto prevede la proposta di legge 4117 presentata lo scorso 24 febbraio da alcuni deputati del PdL, prima firmataria Paola Frassinetti, e che sarà esaminata dalla Commissione Cultura della Camera nei prossimi giorni.
'L'Inno di Mameli - spiegano i firmatari del progetto di legge - rappresenta una delle manifestazioni artistiche musicali più alte dello spirito patriottico di unità nazionale ed è l'opera che ha spronato, unito e sostenuto i nostri Padri a fare l'Italia. Esso fu un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all'insurrezione, contribuendo in maniera significativa alla svolta storica che portò all'emanazione dello Statuto e all'impegno del Re Carlo Alberto nel rischioso progetto di riunificazione nazionale''.


Nonostante le forti emozioni che suscita in tutti noi, spiegano ancora i parlamentari Pdl, ''l'Inno di Mameli è peraltro poco conosciuto dalla maggioranza degli italiani che, pur tuttavia, si duole del fatto che a conoscerlo bene siano in pochi''. I motivi ''sono da ricercare - evidenziano ancora i deputati del Pdl - proprio nella mancanza di un'idonea opera di insegnamento e diffusione che dovrebbe essere attuata innanzitutto negli ambienti scolastici, inserendola appunto nelle indicazioni nazionali per gli insegnamenti di storia o di educazione civica delle scuole del primo ciclo''.


La presente proposta di legge, quindi, ''prevede che, a decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2011/2012, nelle scuole del primo ciclo di istruzione, l'insegnamento dell'inno nazionale e dei suoi fondamenti storici e ideali sia svolto nell'ambito delle attività volte all'acquisizione delle competenze e delle conoscenze relative a 'Cittadinanza e Costituzione', di cui all'articolo 1 del citato decreto-legge n. 137 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 169 del 2008''.


''A supporto dell'apprendimento - prevede ancora la proposta di legge - saranno impiegati gli strumenti didattici necessari. Quest'iniziativa ha lo scopo di promuovere tra i nostri studenti, e in particolare tra i nuovi italiani, nella maniera più diretta possibile, la conoscenza del loro inno nazionale, con la speranza di consolidare il sentimento di coesione e di appartenenza a una stessa Patria, che deve accomunare tutti noi''.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Inno-di-Mameli-obbligatorio-a-scuola-ecco-la-proposta-di-legge-presentata-dal-Pdl_311735896550.html

lunedì 14 maggio 2012

SUCCESSO PER L'ADUNATA DEGLI ALPINI A BOLZANO

''Quella di Bolzano è stata un'Adunata storica, condivisa da tutti i cittadini, una grande festa popolare in cui hanno trionfato lo spirito di fratellanza amicizia e responsabilità. Grazie ai cittadini di Bolzano e alle istituzioni locali che hanno lavorato con noi per questo straordinario successo''. Con queste parole Corrado Perona, presidente dell'Ana, Associazione Nazionale Alpini, ha chiuso l'85a Adunata delle Penne Nere. Presenti, tra gli altri, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Biagio Abrate, e il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Claudio Graziano.
Momenti di forte commozione quando il caporale maggiore Luca Barisonzi gravemente ferito in Afghanistan ha sfilato con la sezione di Milano e, arrivato davanti al Labaro dell'Ana, nonostante i gravi problemi di mobilità alle braccia, ha fatto il saluto. ''E' stato un momento di profonda emozione - dice Perona - Questa Adunata è stata per noi piena di momenti commoventi: il ritorno nei luoghi dove molti hanno fatto la naja, il calore dei bolzanini e la città piena di Tricolori''.


''Giornata bellissima - ha detto il ministro Di Paola - Gli alpini sono il simbolo della coesione e del rigore; l'immagine di un'Italia che ce la può fare a sconfiggere anche eventuali rigurgiti di terrorismo. Tutti gli italiani, tutti insieme ce la possono fare e ce la faremo. Grazie a Bolzano per l'accoglienza che ci sta donando''.


Gli alpini, specialità dell'Arma della Fanteria dell'Esercito, si sono formati nel 1872 e sono pertanto il più antico corpo di fanteria da montagna del mondo. Sono due le Grandi Unità alpine che la forza armata annovera fra le sue fila: la brigata 'Julia' e la brigata 'Taurinense'. Nell'ambito dell'evento, è stata allestita dall'Esercito la cittadella degli alpini dove sono stati esposti mezzi ed equipaggiamenti di ultima generazione.


All'adunata, aperta ufficialmente mercoledì con la cerimonia dell'alzabandiera, hanno partecipato circa 300mila alpini giunti da tutto il paese. L'appuntamento ora è per il prossimo anno a Piacenza.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Alpini-a-Bolzano-ladunata-nazionale-delle-penne-nere-con-Di-Paola-e-Graziano_313299820830.html

venerdì 11 maggio 2012

CLIMA TESO NEL PDL SCALIGERO

La tempesta... dopo la tempesta. Dimissioni in vista, a causa della batosta alle urne? Al momento no, ma nel Pdl è resa dei conti fra dirigenti ed esponenti di punta. L'ala ex An, ma con parte di Forza Italia, non molla. «Faremo politica anche fuori dal Consiglio comunale». L'assessore regionale Massimo Giorgetti, ex An, già coordinatore cittadino del partito, non ci sta a sentire (L'Arena di ieri) il coordinatore attuale Davide Bendinelli, eletto al congresso da una maggioranza che poi è andata tutta a sostenere Tosi, contestare la gestione del partito. Bendinelli ha criticato il coordinatore regionale e deputato, Alberto Giorgetti, e la scelta di non cercare una ricucitura con la Lega e con Tosi, per ricomporre la maggioranza di centrodestra uscente. «È paradossale che Bendinelli, che ha vinto il congresso del Pdl e ha la maggioranza del coordinamento cittadino, dica che non ha avuto voce in capitolo nella scelta del candidato sindaco e che gli è stata imposta», dice Massimo Giorgetti. «Sarebbe bastato che presentasse un documento con una proposta, come per esempio quella di candidare a sindaco Pieralfonso Fratta Pasini, e solo se i vertici nazionali del partito avessero detto che non andava bene avrebbe avuto motivi per protestare, ma lui non ha presentato proposte». Giorgetti rincara la dose. «Scorrendo le liste e i risultati, però», dice ancora Giorgetti, «notiamo che è stato eletto Polato, ex Forza Italia, e che tutti gli altri che hanno preso voti sono del nostro gruppo ex An. Invece quelli di Bendinelli di voti non ne hanno presi. E poi Bendinelli non ha organizzato alcun evento con i big del nostro partito, durante le elezioni, neanche con l'ex ministro Sacconi, che l'aveva chiesto e mi risulta essere il suo riferimento». Quanto al rapporto con Tosi, Giorgetti non fa sconti, ribadendo che «ancora prima della Lega Nord era stato proprio il sindaco Tosi a non voler continuare con la maggioranza di questi anni, a meno che il Pdl non rinunciasse al proprio simbolo. Poi ci sono stati i diktat di Bossi che ha rotto l'alleanza con il Pdl a livello nazionale. A fronte di un evento esterno, dunque, noi siamo stati fedeli al nostro partito. Il sindaco Tosi, poi, non è mai riuscito a dirci su quali temi noi ex An non siamo stati con l'Amministrazione. È come se io andassi al ristorante e trovassi problemi nei piatti: io non voglio parlare con i camerieri, ma con il padrone. A Verona Tosi ci ha fatto parlare con i camerieri». Ma l'area ex An che cosa farà? Intende dare a vita a una sorta di Forza Veneto, come ipotizzano esponenti ex Forza Italia «sponsorizzati» dall'ex presidente della Regione ed ex ministro, Giancarlo Galan, che ha di fatto chiesto che Alberto Giorgetti si dimetta da coordinatore regionale? «Noi continueremo a fare politica e dare il nostro contributo di idee e, quanto a Galan, direi che porta sfortuna, basta vedere le bocciature di tutti i candidati sindaci sostenuti da lui a Verona, 10 anni fa, e poi a Vicenza, Padova. Quindi se sostiene un progetto diverso dal mio sono contento». Castelletti deve dimettersi? «Per me è una risorsa e penso che stare in Consiglio lo priverebbe della possibilità di ottenere un incarico in un ente o in un consorzio, visto che stare un solo giorno in Consiglio lo priverebbe per tre anni della possibilità di entrare in un ente controllato dal Comune». Invita alla moderazione invece il presidente della Provincia, Giovanni Miozzi, ex An, coordinatore provinciale del Pdl, che dei 15 Comuni andati alle urne, oltre a Verona, ha già conquistato nove sindaci. «Questo risultato è dipeso dal fatto che siamo rimasti uniti e non ci siamo spaccati, come a Verona», dice, «e per questo dico cora dobbiamo seppellire l'ascia di guerra e fermarci a riflettere, per capire quale deve essere il futuro del nostro movimento in questo scenario economico e politico di difficoltà». Miozzi, però, contesta che Bendinelli abbia detto che gli è stato vietato di partecipare a comizi con i big dei partiti. «Non è vero».
http://www.larena.it/stories/Cronaca/361000_pdl_gli_ex_an_non_mollano_idea_galan_porta_sfortuna/

giovedì 10 maggio 2012

GLI INTOCCABILI


Un paio di mesi fa i vertici regionali del Pdl, ignorando la chiara indicazione proveniente dal congresso cittadino, hanno deciso di sostenere la candidatura di Castelletti in contrapposizione a Tosi. Dopo una lunga campagna elettorale, infarcita di ridicole accuse al sindaco e di roboanti dichiarazioni su un ballottaggio a cui nessuno credeva, i risultati elettorali sono stati chiarissimi: una batosta senza precedenti, battuti anche dal candidato del Movimento Cinque Stelle. In molti si aspettavano le dovute dimissioni dei vertici regionali del partito, dopo la figuraccia patita. E invece no, la loro spiegazione al pessimo risultato è stata molto semplice: Castelletti era il candidato sbagliato (ma non l'hanno scelto loro?). In altre parole, qualunque cosa succeda, la loro posizione è sempre al sicuro. Parafrasando un noto film di qualche anno fa, loro sono GLI INTOCCABILI.

giovedì 3 maggio 2012

I CANDIDATI DI DESTRA NELLA LISTA TOSI

«Tosi è uno stronzo, ha portato nella Lega un sacco di fascisti». Sotto il pressing dei maroniani già prima che scoppiasse lo scandalo sui fondi della Lega, Umberto Bossi avrà pure avuto le sue ragioni di bottega per prendersela col sindaco di Verona. Ma le imbarazzanti amicizie del primo cittadino con la destra radicale non se le era inventate il Senatur. Anzi: dopo averla spuntata sulla possibilità di presentare una lista col suo nome, Tosi ha puntato al salto di qualità, al punto che gli elettori con simpatie per il Ventennio avranno solo l'imbarazzo della scelta.

Nella Civica, che il sindaco ha definito «il caposaldo della mia coalizione», c'è infatti di tutto: fascisti pentiti e non, vecchi arnesi missini, nomi storici della destra sociale, movimentisti di Casapound (fra cui il responsabile cittadino), ex skinhead. L'alfiere del federalismo a braccetto con l'ipernazionalismo dei nostalgici del Duce: un'alleanza che ha fatto di Verona un laboratorio nero-verde di destra 'ampia', fondata su identitarismo e xenofobia.

A coordinare il gran calderone della Civica per Verona, che vanta nomi pesanti del mondo delle professioni e transfughi del Pdl (perciò espulsi da Angelino Alfano), è Andrea Miglioranzi, capogruppo uscente della lista in consiglio comunale. Esponente storico del Veneto fronte skinhead (Vfs), a metà anni Novanta fu uno dei primi a finire in carcere per istigazione all'odio razziale.

Anche lui, come il leader romano di Casapound Gianluca Iannone e l'ex console Umberto Vattani, ha il pallino per il white power rock e coi 'Gesta bellica' per anni ha deliziato le orecchie delle platee neofasciste del Nordest con brani come "Il capitano", dedicato a Erich Priebke, "8 settembre" («Io sono camicia nera: la mia patria è la mia bandiera») e testi antisemiti e xenofobi come «Tu, ebreo maledetto, giudeo senza patria» o «Furti, droga, musi neri, tutto questo non mi va: Potere bianco, sola possibilità».
Un pedigree di tutto rispetto - si fa per dire - che subito dopo l'insediamento di Tosi gli valse la nomina nell'Istituto storico della resistenza di Verona. Poi, quando qualcuno fece notare che quello era il posto meno adatto per un cantore (non solo in senso metaforico) del Terzo Reich, a fatica arrivarono le dimissioni. E quando a Verona ci scappò il morto per una sigaretta negata (uno degli aggressori si era anche candidato con Forza nuova), da buon ex skinhead ebbe l'ardire di affermare: «Non sono ragazzi da crocefiggere...».

Da qualche anno approdato in Fiamma tricolore, nei mesi scorsi Miglioranzi insieme a Piero Puschiavo (fondatore del Vfs) ha fondato la corrente Progetto nazionale-Fiamma futura (Pnff, che richiama apertamente il Pnf del Partito nazionale fascista). Per l'inaugurazione della nuova sede, lo scorso autunno accorse lo stesso Tosi: «Domani mi attaccheranno per questa mia partecipazione ma come sindaco qui vengo volentieri perché abbiamo dei valori che ci accomunano».

Si vocifera che Tosi possa riservargli un posto da assessore o addirittura da vicesindaco. Oppure, in alternativa, un incarico di rilievo in una delle società partecipate dal Comune, dopo la liquidazione della società fieristica Veneto Exhibition, di cui era presidente.

Nella lista Tosi hanno trovato spazio anche due nomi storici della destra sociale cittadina: Vittorio Di Dio, assessore uscente, e Massimo Mariotti, consigliere del consorzio pubblico Zai ed ex presidente dell'azienda di mobilità cittadina. Una poltrona di prestigio dalla quale Mariotti chiudeva le lettere su carta intestata con l'espressione «un caro saluto nel Segno di Roma», per indicare il saluto romano in auge nel Ventennio. «Non vi trovo assolutamente nulla di apologetico e offensivo», la risposta alle critiche del centrosinistra.

Non contento, fece anche mettere il tricolore "diagonale" usato dalla X Mas sul calendario dell'azienda. Approdati nel Pdl da Alleanza nazionale, all'ultimo sia Di Dio che Mariotti hanno scelto la lista del sindaco. Espulsi dal partito, gli ex camerati rimasti nel Popolo delle libertà gli hanno dato dei "badogliani" per il tradimento subito. Quando si dice il superamento delle ideologie.
 
Altro nome strappato all'ala destra del Pdl, quello del vicecapogruppo Ciro Maschio, ultimo segretario cittadino del Fronte della Gioventù ai tempi del Msi. Legato a Maurizio Gasparri e Giorgia Meloni, nell'incertezza se scegliere il sindaco o i berluscones ha tappezzato la città di manifesti senza simboli di partito col solo slogan: "Speriamo che sia Maschio". «Prima voglio confrontarmi con gli elettori», la spiegazione. Poi, con un occhio ai sondaggi e un altro alle magre possibilità di rielezione, la decisione di optare per Tosi. Anche il circolo L'Officina, vicina alla destra sociale, ha avuto il suo strapuntino: il segretario Michele Croce per il Consiglio comunale, più un candidato in ognuna delle otto circoscrizioni.

In una lista tanto sbilanciata a destra, non sorprende che Casapound non abbia avuto bisogno di presentarsi da sola come ha fatto altrove. Accolto a braccia aperte dalla lista Tosi, il movimento delle "occupazioni non conformi" ha deciso di sostenere al Comune l'assessore Di Dio, che in questi anni si è speso per fare da ufficiale di collegamento con l'amministrazione, e di presentare due suoi esponenti nei consigli di quartiere: in centro storico Federico Felletti, a Chievo il responsabile cittadino Marcello Ruffo, coinvolto nel 2009 in una rissa con un ragazzo del collettivo durante un volantinaggio del Blocco studentesco davanti al liceo Maffei. E indipendentemente dal successo elettorale, lo sdoganamento è assicurato.