giovedì 3 maggio 2012

I CANDIDATI DI DESTRA NELLA LISTA TOSI

«Tosi è uno stronzo, ha portato nella Lega un sacco di fascisti». Sotto il pressing dei maroniani già prima che scoppiasse lo scandalo sui fondi della Lega, Umberto Bossi avrà pure avuto le sue ragioni di bottega per prendersela col sindaco di Verona. Ma le imbarazzanti amicizie del primo cittadino con la destra radicale non se le era inventate il Senatur. Anzi: dopo averla spuntata sulla possibilità di presentare una lista col suo nome, Tosi ha puntato al salto di qualità, al punto che gli elettori con simpatie per il Ventennio avranno solo l'imbarazzo della scelta.

Nella Civica, che il sindaco ha definito «il caposaldo della mia coalizione», c'è infatti di tutto: fascisti pentiti e non, vecchi arnesi missini, nomi storici della destra sociale, movimentisti di Casapound (fra cui il responsabile cittadino), ex skinhead. L'alfiere del federalismo a braccetto con l'ipernazionalismo dei nostalgici del Duce: un'alleanza che ha fatto di Verona un laboratorio nero-verde di destra 'ampia', fondata su identitarismo e xenofobia.

A coordinare il gran calderone della Civica per Verona, che vanta nomi pesanti del mondo delle professioni e transfughi del Pdl (perciò espulsi da Angelino Alfano), è Andrea Miglioranzi, capogruppo uscente della lista in consiglio comunale. Esponente storico del Veneto fronte skinhead (Vfs), a metà anni Novanta fu uno dei primi a finire in carcere per istigazione all'odio razziale.

Anche lui, come il leader romano di Casapound Gianluca Iannone e l'ex console Umberto Vattani, ha il pallino per il white power rock e coi 'Gesta bellica' per anni ha deliziato le orecchie delle platee neofasciste del Nordest con brani come "Il capitano", dedicato a Erich Priebke, "8 settembre" («Io sono camicia nera: la mia patria è la mia bandiera») e testi antisemiti e xenofobi come «Tu, ebreo maledetto, giudeo senza patria» o «Furti, droga, musi neri, tutto questo non mi va: Potere bianco, sola possibilità».
Un pedigree di tutto rispetto - si fa per dire - che subito dopo l'insediamento di Tosi gli valse la nomina nell'Istituto storico della resistenza di Verona. Poi, quando qualcuno fece notare che quello era il posto meno adatto per un cantore (non solo in senso metaforico) del Terzo Reich, a fatica arrivarono le dimissioni. E quando a Verona ci scappò il morto per una sigaretta negata (uno degli aggressori si era anche candidato con Forza nuova), da buon ex skinhead ebbe l'ardire di affermare: «Non sono ragazzi da crocefiggere...».

Da qualche anno approdato in Fiamma tricolore, nei mesi scorsi Miglioranzi insieme a Piero Puschiavo (fondatore del Vfs) ha fondato la corrente Progetto nazionale-Fiamma futura (Pnff, che richiama apertamente il Pnf del Partito nazionale fascista). Per l'inaugurazione della nuova sede, lo scorso autunno accorse lo stesso Tosi: «Domani mi attaccheranno per questa mia partecipazione ma come sindaco qui vengo volentieri perché abbiamo dei valori che ci accomunano».

Si vocifera che Tosi possa riservargli un posto da assessore o addirittura da vicesindaco. Oppure, in alternativa, un incarico di rilievo in una delle società partecipate dal Comune, dopo la liquidazione della società fieristica Veneto Exhibition, di cui era presidente.

Nella lista Tosi hanno trovato spazio anche due nomi storici della destra sociale cittadina: Vittorio Di Dio, assessore uscente, e Massimo Mariotti, consigliere del consorzio pubblico Zai ed ex presidente dell'azienda di mobilità cittadina. Una poltrona di prestigio dalla quale Mariotti chiudeva le lettere su carta intestata con l'espressione «un caro saluto nel Segno di Roma», per indicare il saluto romano in auge nel Ventennio. «Non vi trovo assolutamente nulla di apologetico e offensivo», la risposta alle critiche del centrosinistra.

Non contento, fece anche mettere il tricolore "diagonale" usato dalla X Mas sul calendario dell'azienda. Approdati nel Pdl da Alleanza nazionale, all'ultimo sia Di Dio che Mariotti hanno scelto la lista del sindaco. Espulsi dal partito, gli ex camerati rimasti nel Popolo delle libertà gli hanno dato dei "badogliani" per il tradimento subito. Quando si dice il superamento delle ideologie.
 
Altro nome strappato all'ala destra del Pdl, quello del vicecapogruppo Ciro Maschio, ultimo segretario cittadino del Fronte della Gioventù ai tempi del Msi. Legato a Maurizio Gasparri e Giorgia Meloni, nell'incertezza se scegliere il sindaco o i berluscones ha tappezzato la città di manifesti senza simboli di partito col solo slogan: "Speriamo che sia Maschio". «Prima voglio confrontarmi con gli elettori», la spiegazione. Poi, con un occhio ai sondaggi e un altro alle magre possibilità di rielezione, la decisione di optare per Tosi. Anche il circolo L'Officina, vicina alla destra sociale, ha avuto il suo strapuntino: il segretario Michele Croce per il Consiglio comunale, più un candidato in ognuna delle otto circoscrizioni.

In una lista tanto sbilanciata a destra, non sorprende che Casapound non abbia avuto bisogno di presentarsi da sola come ha fatto altrove. Accolto a braccia aperte dalla lista Tosi, il movimento delle "occupazioni non conformi" ha deciso di sostenere al Comune l'assessore Di Dio, che in questi anni si è speso per fare da ufficiale di collegamento con l'amministrazione, e di presentare due suoi esponenti nei consigli di quartiere: in centro storico Federico Felletti, a Chievo il responsabile cittadino Marcello Ruffo, coinvolto nel 2009 in una rissa con un ragazzo del collettivo durante un volantinaggio del Blocco studentesco davanti al liceo Maffei. E indipendentemente dal successo elettorale, lo sdoganamento è assicurato.

2 commenti:

  1. Scusate ma come mai qui c'è anche una parte più approfondita su casapound (fine dell'articolo) mentre nell'articolo originale non c'è?
    Gandi

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    1. In realtà l'articolo è statop relevato dalla Rete, non saprei...

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