giovedì 24 maggio 2012

I SOLITI "EROI" NOTTURNI

"Era purtroppo  prevedibile. succede ogni anno nell'indifferenza generale" con queste parole l'associazione CasaPound Italia commenta il vile operato di chi ha dato fuoco alla corona di fiori in ricordo di Sergio Ramelli e ha imbrattato il muro della via dedicata al giovane militante del Fronte della gioventù, assassinato da un commando di estremisti di sinistra. L'associazione lancia l'appello alla nuova giunta comunale "tra i consiglieri ci sono ex de " fronte" quell'associazione giovanile che è stata la scuola di politica molti volti della nostra città e ci sembra doveroso chiedere che si faccia qualcosa per questa situazione che ogni anno peggiora sempre più. Da anni il nostro gruppo giovanile, il Blocco Studentesco, raccoglie firme e preme perche l'amministrazione conceda un murales commemorativo che faccia anche da insegnamento alle generazioni che passano per quella via, importantissima per il mondo delle scuole. Quest'anno avevamo deciso di non partecipare per evitare strumentalizzazioni elettorali, partecipando al corteo a Milano, città di Sergio Ramelli. Che i politici di questa città dimostrino alla "base" con i fatti, che Sergio non si ricorda soltanto il 29 Aprile.> tra i commenti anche quello di Marcello Ruffo, responsabile scaligero di CasaPound e di recente eletto consigliere nella terza circoscrizione, comprendente appunto anche via Ramelli "la triste situazione rischia di diventare abitudin e noi questo non lo possiamo tollerare. Da anni mi batto insieme ai miei ragazzi perche Sergio sia una "bandiera ideale" e non soltanto istituzione per  pochi. Purtroppo tutte le nostre richieste sono sempre cadute nel vuoto ma non ci siamo dati per vinti. Io stesso m''impegnerò per portare avanti questi progetti, appena inizierò il mio lavoro nel consiglio di circoscrizione e spero finalmente di riuscire a rompere quel muro di gomma che c'e' nelle istituzioni"  intanto l'associazione Blocco Studentesco fa sapere che si sta gia attivando per ripristinare al piu presto il decoro di Via Ramelli e conclude  "da anni diciamo che bisogna creare un coordinamento per la gestione della via e per organizzare attività educative relative a questa triste pagina di storia italiana. Speriamo che prima o poi qualcuno lo capisca si mobiliti con noi"
http://www.facebook.com/#!/notes/cutty-sark-verona/imbrattata-e-data-alle-fiamme-la-corona-di-fiori-in-via-ramelli/431670063519067

martedì 22 maggio 2012

IL MOVIMENTO SOCIALE...FUORILEGGE!

Msi fuorilegge. Non siamo negli anni Settanta, quando tentarono di tutto per cancellare il partito di Almirante dal panorama politico italiano. Non siamo neppure nell’immediato dopoguerra. Siamo solo in presenza di una vicenda che, se non fosse grave, sarebbe grottesca. Tutto ha un limite. E il limite, nello “scandalo” del console Mario Vattani, è stato superato – di molto – in un clima di colpevole silenzio. Perché il punto cruciale non è più la sua esibizione canora sul palco di Casapound ma la discriminazione di un’intera comunità politica. Vattani – prima richiamato dalla Farnesina, poi reintegrato dal Tar e ora di nuovo richiamato in Italia su decisione del Consiglio di Stato – è stato considerato “impresentabile” per la sua militanza missina negli anni Ottanta. Il capo d’accusa: aver avuto un passato nel Fronte della Gioventù, ragion per cui – come si legge nel memoriale della Farnesina – la sua permanenza all’estero sarebbe «in palese contraddizione con le alte funzioni di rappresentanza dello Stato che è chiamato a svolgere». Vattani “condannato” per essersi iscritto all’organizzazione giovanile missina nel periodo in cui il segretario era Fini. Parole che potrebbero riguardare tutti, a ogni livello. Una sorta di messa al bando a posteriori, secondo la quale – a rigor di logica – Fini non avrebbe potuto fare il presidente della Camera, La Russa il ministro della Difesa, Gasparri il capogruppo Pdl al Senato, Matteoli il ministro delle Infrastrutture, Alemanno il sindaco di Roma e la Meloni il ministro della Gioventù. Il che ha provocato la protesta di chi ha vissuto le difficili ed esaltanti stagioni della destra, da Domenico Gramazio a Enzo Raisi e Bruno Murgia. Nessuna reazione invece dal Quirinale, di solito molto loquace. C’è tempo per rimediare, meglio tardi che mai. Purché si rimedi.
http://www.secoloditalia.it/stories/Politica/3154_il_msi_messo_fuorilegge_a_posteriori._il_colle_che_dice/#.T7remU1UTiV.facebook

lunedì 21 maggio 2012

INNO MAMELI INSEGNATO A SCUOLA

'A partire dal prossimo anno scolastico nelle scuole elementari italiane potrebbe diventare obbligatorio ''l'insegnamento dell'inno nazionale e dei suoi fondamenti storici e ideali, attraverso il supporto degli strumenti didattici necessari''. E' quanto prevede la proposta di legge 4117 presentata lo scorso 24 febbraio da alcuni deputati del PdL, prima firmataria Paola Frassinetti, e che sarà esaminata dalla Commissione Cultura della Camera nei prossimi giorni.
'L'Inno di Mameli - spiegano i firmatari del progetto di legge - rappresenta una delle manifestazioni artistiche musicali più alte dello spirito patriottico di unità nazionale ed è l'opera che ha spronato, unito e sostenuto i nostri Padri a fare l'Italia. Esso fu un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all'insurrezione, contribuendo in maniera significativa alla svolta storica che portò all'emanazione dello Statuto e all'impegno del Re Carlo Alberto nel rischioso progetto di riunificazione nazionale''.


Nonostante le forti emozioni che suscita in tutti noi, spiegano ancora i parlamentari Pdl, ''l'Inno di Mameli è peraltro poco conosciuto dalla maggioranza degli italiani che, pur tuttavia, si duole del fatto che a conoscerlo bene siano in pochi''. I motivi ''sono da ricercare - evidenziano ancora i deputati del Pdl - proprio nella mancanza di un'idonea opera di insegnamento e diffusione che dovrebbe essere attuata innanzitutto negli ambienti scolastici, inserendola appunto nelle indicazioni nazionali per gli insegnamenti di storia o di educazione civica delle scuole del primo ciclo''.


La presente proposta di legge, quindi, ''prevede che, a decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2011/2012, nelle scuole del primo ciclo di istruzione, l'insegnamento dell'inno nazionale e dei suoi fondamenti storici e ideali sia svolto nell'ambito delle attività volte all'acquisizione delle competenze e delle conoscenze relative a 'Cittadinanza e Costituzione', di cui all'articolo 1 del citato decreto-legge n. 137 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 169 del 2008''.


''A supporto dell'apprendimento - prevede ancora la proposta di legge - saranno impiegati gli strumenti didattici necessari. Quest'iniziativa ha lo scopo di promuovere tra i nostri studenti, e in particolare tra i nuovi italiani, nella maniera più diretta possibile, la conoscenza del loro inno nazionale, con la speranza di consolidare il sentimento di coesione e di appartenenza a una stessa Patria, che deve accomunare tutti noi''.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Inno-di-Mameli-obbligatorio-a-scuola-ecco-la-proposta-di-legge-presentata-dal-Pdl_311735896550.html

lunedì 14 maggio 2012

SUCCESSO PER L'ADUNATA DEGLI ALPINI A BOLZANO

''Quella di Bolzano è stata un'Adunata storica, condivisa da tutti i cittadini, una grande festa popolare in cui hanno trionfato lo spirito di fratellanza amicizia e responsabilità. Grazie ai cittadini di Bolzano e alle istituzioni locali che hanno lavorato con noi per questo straordinario successo''. Con queste parole Corrado Perona, presidente dell'Ana, Associazione Nazionale Alpini, ha chiuso l'85a Adunata delle Penne Nere. Presenti, tra gli altri, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Biagio Abrate, e il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Claudio Graziano.
Momenti di forte commozione quando il caporale maggiore Luca Barisonzi gravemente ferito in Afghanistan ha sfilato con la sezione di Milano e, arrivato davanti al Labaro dell'Ana, nonostante i gravi problemi di mobilità alle braccia, ha fatto il saluto. ''E' stato un momento di profonda emozione - dice Perona - Questa Adunata è stata per noi piena di momenti commoventi: il ritorno nei luoghi dove molti hanno fatto la naja, il calore dei bolzanini e la città piena di Tricolori''.


''Giornata bellissima - ha detto il ministro Di Paola - Gli alpini sono il simbolo della coesione e del rigore; l'immagine di un'Italia che ce la può fare a sconfiggere anche eventuali rigurgiti di terrorismo. Tutti gli italiani, tutti insieme ce la possono fare e ce la faremo. Grazie a Bolzano per l'accoglienza che ci sta donando''.


Gli alpini, specialità dell'Arma della Fanteria dell'Esercito, si sono formati nel 1872 e sono pertanto il più antico corpo di fanteria da montagna del mondo. Sono due le Grandi Unità alpine che la forza armata annovera fra le sue fila: la brigata 'Julia' e la brigata 'Taurinense'. Nell'ambito dell'evento, è stata allestita dall'Esercito la cittadella degli alpini dove sono stati esposti mezzi ed equipaggiamenti di ultima generazione.


All'adunata, aperta ufficialmente mercoledì con la cerimonia dell'alzabandiera, hanno partecipato circa 300mila alpini giunti da tutto il paese. L'appuntamento ora è per il prossimo anno a Piacenza.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Alpini-a-Bolzano-ladunata-nazionale-delle-penne-nere-con-Di-Paola-e-Graziano_313299820830.html

venerdì 11 maggio 2012

CLIMA TESO NEL PDL SCALIGERO

La tempesta... dopo la tempesta. Dimissioni in vista, a causa della batosta alle urne? Al momento no, ma nel Pdl è resa dei conti fra dirigenti ed esponenti di punta. L'ala ex An, ma con parte di Forza Italia, non molla. «Faremo politica anche fuori dal Consiglio comunale». L'assessore regionale Massimo Giorgetti, ex An, già coordinatore cittadino del partito, non ci sta a sentire (L'Arena di ieri) il coordinatore attuale Davide Bendinelli, eletto al congresso da una maggioranza che poi è andata tutta a sostenere Tosi, contestare la gestione del partito. Bendinelli ha criticato il coordinatore regionale e deputato, Alberto Giorgetti, e la scelta di non cercare una ricucitura con la Lega e con Tosi, per ricomporre la maggioranza di centrodestra uscente. «È paradossale che Bendinelli, che ha vinto il congresso del Pdl e ha la maggioranza del coordinamento cittadino, dica che non ha avuto voce in capitolo nella scelta del candidato sindaco e che gli è stata imposta», dice Massimo Giorgetti. «Sarebbe bastato che presentasse un documento con una proposta, come per esempio quella di candidare a sindaco Pieralfonso Fratta Pasini, e solo se i vertici nazionali del partito avessero detto che non andava bene avrebbe avuto motivi per protestare, ma lui non ha presentato proposte». Giorgetti rincara la dose. «Scorrendo le liste e i risultati, però», dice ancora Giorgetti, «notiamo che è stato eletto Polato, ex Forza Italia, e che tutti gli altri che hanno preso voti sono del nostro gruppo ex An. Invece quelli di Bendinelli di voti non ne hanno presi. E poi Bendinelli non ha organizzato alcun evento con i big del nostro partito, durante le elezioni, neanche con l'ex ministro Sacconi, che l'aveva chiesto e mi risulta essere il suo riferimento». Quanto al rapporto con Tosi, Giorgetti non fa sconti, ribadendo che «ancora prima della Lega Nord era stato proprio il sindaco Tosi a non voler continuare con la maggioranza di questi anni, a meno che il Pdl non rinunciasse al proprio simbolo. Poi ci sono stati i diktat di Bossi che ha rotto l'alleanza con il Pdl a livello nazionale. A fronte di un evento esterno, dunque, noi siamo stati fedeli al nostro partito. Il sindaco Tosi, poi, non è mai riuscito a dirci su quali temi noi ex An non siamo stati con l'Amministrazione. È come se io andassi al ristorante e trovassi problemi nei piatti: io non voglio parlare con i camerieri, ma con il padrone. A Verona Tosi ci ha fatto parlare con i camerieri». Ma l'area ex An che cosa farà? Intende dare a vita a una sorta di Forza Veneto, come ipotizzano esponenti ex Forza Italia «sponsorizzati» dall'ex presidente della Regione ed ex ministro, Giancarlo Galan, che ha di fatto chiesto che Alberto Giorgetti si dimetta da coordinatore regionale? «Noi continueremo a fare politica e dare il nostro contributo di idee e, quanto a Galan, direi che porta sfortuna, basta vedere le bocciature di tutti i candidati sindaci sostenuti da lui a Verona, 10 anni fa, e poi a Vicenza, Padova. Quindi se sostiene un progetto diverso dal mio sono contento». Castelletti deve dimettersi? «Per me è una risorsa e penso che stare in Consiglio lo priverebbe della possibilità di ottenere un incarico in un ente o in un consorzio, visto che stare un solo giorno in Consiglio lo priverebbe per tre anni della possibilità di entrare in un ente controllato dal Comune». Invita alla moderazione invece il presidente della Provincia, Giovanni Miozzi, ex An, coordinatore provinciale del Pdl, che dei 15 Comuni andati alle urne, oltre a Verona, ha già conquistato nove sindaci. «Questo risultato è dipeso dal fatto che siamo rimasti uniti e non ci siamo spaccati, come a Verona», dice, «e per questo dico cora dobbiamo seppellire l'ascia di guerra e fermarci a riflettere, per capire quale deve essere il futuro del nostro movimento in questo scenario economico e politico di difficoltà». Miozzi, però, contesta che Bendinelli abbia detto che gli è stato vietato di partecipare a comizi con i big dei partiti. «Non è vero».
http://www.larena.it/stories/Cronaca/361000_pdl_gli_ex_an_non_mollano_idea_galan_porta_sfortuna/

giovedì 10 maggio 2012

GLI INTOCCABILI


Un paio di mesi fa i vertici regionali del Pdl, ignorando la chiara indicazione proveniente dal congresso cittadino, hanno deciso di sostenere la candidatura di Castelletti in contrapposizione a Tosi. Dopo una lunga campagna elettorale, infarcita di ridicole accuse al sindaco e di roboanti dichiarazioni su un ballottaggio a cui nessuno credeva, i risultati elettorali sono stati chiarissimi: una batosta senza precedenti, battuti anche dal candidato del Movimento Cinque Stelle. In molti si aspettavano le dovute dimissioni dei vertici regionali del partito, dopo la figuraccia patita. E invece no, la loro spiegazione al pessimo risultato è stata molto semplice: Castelletti era il candidato sbagliato (ma non l'hanno scelto loro?). In altre parole, qualunque cosa succeda, la loro posizione è sempre al sicuro. Parafrasando un noto film di qualche anno fa, loro sono GLI INTOCCABILI.

giovedì 3 maggio 2012

I CANDIDATI DI DESTRA NELLA LISTA TOSI

«Tosi è uno stronzo, ha portato nella Lega un sacco di fascisti». Sotto il pressing dei maroniani già prima che scoppiasse lo scandalo sui fondi della Lega, Umberto Bossi avrà pure avuto le sue ragioni di bottega per prendersela col sindaco di Verona. Ma le imbarazzanti amicizie del primo cittadino con la destra radicale non se le era inventate il Senatur. Anzi: dopo averla spuntata sulla possibilità di presentare una lista col suo nome, Tosi ha puntato al salto di qualità, al punto che gli elettori con simpatie per il Ventennio avranno solo l'imbarazzo della scelta.

Nella Civica, che il sindaco ha definito «il caposaldo della mia coalizione», c'è infatti di tutto: fascisti pentiti e non, vecchi arnesi missini, nomi storici della destra sociale, movimentisti di Casapound (fra cui il responsabile cittadino), ex skinhead. L'alfiere del federalismo a braccetto con l'ipernazionalismo dei nostalgici del Duce: un'alleanza che ha fatto di Verona un laboratorio nero-verde di destra 'ampia', fondata su identitarismo e xenofobia.

A coordinare il gran calderone della Civica per Verona, che vanta nomi pesanti del mondo delle professioni e transfughi del Pdl (perciò espulsi da Angelino Alfano), è Andrea Miglioranzi, capogruppo uscente della lista in consiglio comunale. Esponente storico del Veneto fronte skinhead (Vfs), a metà anni Novanta fu uno dei primi a finire in carcere per istigazione all'odio razziale.

Anche lui, come il leader romano di Casapound Gianluca Iannone e l'ex console Umberto Vattani, ha il pallino per il white power rock e coi 'Gesta bellica' per anni ha deliziato le orecchie delle platee neofasciste del Nordest con brani come "Il capitano", dedicato a Erich Priebke, "8 settembre" («Io sono camicia nera: la mia patria è la mia bandiera») e testi antisemiti e xenofobi come «Tu, ebreo maledetto, giudeo senza patria» o «Furti, droga, musi neri, tutto questo non mi va: Potere bianco, sola possibilità».
Un pedigree di tutto rispetto - si fa per dire - che subito dopo l'insediamento di Tosi gli valse la nomina nell'Istituto storico della resistenza di Verona. Poi, quando qualcuno fece notare che quello era il posto meno adatto per un cantore (non solo in senso metaforico) del Terzo Reich, a fatica arrivarono le dimissioni. E quando a Verona ci scappò il morto per una sigaretta negata (uno degli aggressori si era anche candidato con Forza nuova), da buon ex skinhead ebbe l'ardire di affermare: «Non sono ragazzi da crocefiggere...».

Da qualche anno approdato in Fiamma tricolore, nei mesi scorsi Miglioranzi insieme a Piero Puschiavo (fondatore del Vfs) ha fondato la corrente Progetto nazionale-Fiamma futura (Pnff, che richiama apertamente il Pnf del Partito nazionale fascista). Per l'inaugurazione della nuova sede, lo scorso autunno accorse lo stesso Tosi: «Domani mi attaccheranno per questa mia partecipazione ma come sindaco qui vengo volentieri perché abbiamo dei valori che ci accomunano».

Si vocifera che Tosi possa riservargli un posto da assessore o addirittura da vicesindaco. Oppure, in alternativa, un incarico di rilievo in una delle società partecipate dal Comune, dopo la liquidazione della società fieristica Veneto Exhibition, di cui era presidente.

Nella lista Tosi hanno trovato spazio anche due nomi storici della destra sociale cittadina: Vittorio Di Dio, assessore uscente, e Massimo Mariotti, consigliere del consorzio pubblico Zai ed ex presidente dell'azienda di mobilità cittadina. Una poltrona di prestigio dalla quale Mariotti chiudeva le lettere su carta intestata con l'espressione «un caro saluto nel Segno di Roma», per indicare il saluto romano in auge nel Ventennio. «Non vi trovo assolutamente nulla di apologetico e offensivo», la risposta alle critiche del centrosinistra.

Non contento, fece anche mettere il tricolore "diagonale" usato dalla X Mas sul calendario dell'azienda. Approdati nel Pdl da Alleanza nazionale, all'ultimo sia Di Dio che Mariotti hanno scelto la lista del sindaco. Espulsi dal partito, gli ex camerati rimasti nel Popolo delle libertà gli hanno dato dei "badogliani" per il tradimento subito. Quando si dice il superamento delle ideologie.
 
Altro nome strappato all'ala destra del Pdl, quello del vicecapogruppo Ciro Maschio, ultimo segretario cittadino del Fronte della Gioventù ai tempi del Msi. Legato a Maurizio Gasparri e Giorgia Meloni, nell'incertezza se scegliere il sindaco o i berluscones ha tappezzato la città di manifesti senza simboli di partito col solo slogan: "Speriamo che sia Maschio". «Prima voglio confrontarmi con gli elettori», la spiegazione. Poi, con un occhio ai sondaggi e un altro alle magre possibilità di rielezione, la decisione di optare per Tosi. Anche il circolo L'Officina, vicina alla destra sociale, ha avuto il suo strapuntino: il segretario Michele Croce per il Consiglio comunale, più un candidato in ognuna delle otto circoscrizioni.

In una lista tanto sbilanciata a destra, non sorprende che Casapound non abbia avuto bisogno di presentarsi da sola come ha fatto altrove. Accolto a braccia aperte dalla lista Tosi, il movimento delle "occupazioni non conformi" ha deciso di sostenere al Comune l'assessore Di Dio, che in questi anni si è speso per fare da ufficiale di collegamento con l'amministrazione, e di presentare due suoi esponenti nei consigli di quartiere: in centro storico Federico Felletti, a Chievo il responsabile cittadino Marcello Ruffo, coinvolto nel 2009 in una rissa con un ragazzo del collettivo durante un volantinaggio del Blocco studentesco davanti al liceo Maffei. E indipendentemente dal successo elettorale, lo sdoganamento è assicurato.

lunedì 30 aprile 2012

VENERDI' APERITIVO ELETTORALE DI MASSIMO MARIOTTI E FRANCO CARLOTTO

Venerdì 4 Maggio alle ore 19 MASSIMO MARIOTTI Vi invita per un'Aperitivo assieme al Candidato abbinato per la 3^ Circoscrizione FRANCO CARLOTTO, presso Vinoteca
Per bacco Via cristofoli 22 Verona (zona stadio)
http://www.listatosi.it/news/massimo-mariotti-e-franco-carlotto-aperitivo-alla-vinoteca-per-bacco/340

martedì 24 aprile 2012

IL 2 MAGGIO INCONTRO IN BORGO ROMA

                                           
                                                          
Da Alleanza Nazionale alla Lista “ Civica per Verona TOSI SINDACO “




Massimo MARIOTTI

Candidato al Consiglio Comunale di Verona

Invita gli Elettori di Destra ad un incontro pubblico

MERCOLEDì 2 Maggio dalle ore 21

Sala Consiliare, via Benedetti,26/b in Borgo Roma

Partecipano i candidati al Consiglio della 5’ Circoscrizione :

Fulvio BRENTAROLLI

e      Claudio ZANONCINI







lunedì 23 aprile 2012

VENERDI' INCONTRO IN BORGO NUOVO



 




Da Alleanza Nazionale alla Lista “ Civica per Verona TOSI SINDACO “



Sergio ADAMI

Consigliere di A.N. in 3’ Circoscrizione
Invita gli Elettori di DESTRA ad un incontro pubblico con

Massimo MARIOTTI

Candidato al Consiglio Comunale di Verona

VENERDì     27   Aprile dalle ore 21

Sala Civica   Via Trapani,  BORGO NUOVO

Partecipano i candidati al Consiglio della 3’ Circoscrizione :

Franco CARLOTTO    e    Giulio GODI







sabato 21 aprile 2012

IL NATALE DI ROMA

GIOVEDI' PROSSIMO INCONTRO IN SECONDA CIRCOSCRIZIONE

















Da Alleanza Nazionale alla Lista “ Civica per Verona TOSI SINDACO “



Elio INSACCO

Capo Gruppo di A.N. al Consiglio Comunale di Verona
Invita gli Elettori di Destra ad un incontro pubblico con
Massimo MARIOTTI

Candidato al Consiglio Comunale di Verona

GIOVEDì  26   Aprile dalle ore 21

Sala   Civica    Via  Villa,25
( di fronte le piscine SANTINI )

Partecipa ili candidato al Consiglio della 2’ Circoscrizione :

Alessandro d’AUMILLER

venerdì 20 aprile 2012

INCONTRO LUNEDI' 23 APRILE IN BORGO VENEZIA

  Da Alleanza Nazionale alla Lista “ Civica per Verona TOSI SINDACO“

Massimo MARIOTTI

Candidato al Consiglio Comunale di Verona

Invita gli Elettori di Destra ad un incontro pubblico

LUNEDì 23 Aprile dalle ore 21

Sala Civica Centro Tommasoli, via Perini,7 in Borgo Venezia

Partecipa il candidato al Consiglio della 6’ Circoscrizione :

Marco FRANCESCHINI
( Capogruppo A.N. in 6’ Circ. )

lunedì 16 aprile 2012

IN RICORDO DI GIOVANNI GENTILE

Questa mattina, in occasione del 68° anniversario della morte di Giovanni Gentile, grande filosofo, pedagogo ed accademico del '900, ucciso a Firenze da un commando partigiano dei G.A.P. nel 1944, una delegazione composta da una ventina di militanti di Casaggì e della Giovane Italia ha deposto un mazzo di fiori nel luogo in cui Gentile fu ucciso in ricordo dell'illustre intellettuale. La delegazione era guidata da Francesco Torselli, dirigente nazionale della Giovane Italia e consigliere comunale del PdL a Firenze, Marco Scatarzi, Presidente della Giovane Italia di Firenze, ed Alessandro Draghi, Presidente Provinciale della Giovane Italia e consigliere del PdL al Quartiere 2.

Giovanni Gentile fu ucciso a colpi di pistola da un commando partigiano guidato da Bruno Fanciullacci a 70 anni, mentre rientrava a casa, disarmato, con la propria auto. La colpa di Giovanni Gentile era quella, stando alla rivendicazione di chi lo uccise, di aver aderito (peraltro come la stragrande maggioranza degli intellettuali dell'epoca) al Fascismo.

"Giovanni Gentile non è un martire del Fascismo - ha detto nel breve discorso pronunciato al momento della deposizione dei fiori Francesco Torselli - ma un grande italiano, uno dei più illustri pensatori del '900, un accademico ed un pedagogo tra i più importanti che il nostro paese abbia conosciuto. L'uomo che con Croce ha dato i natali alla corrente filosofica del neoidealismo, l'uomo la cui riforma della scuola ha fatto sì che l'Italia primeggiasse in questo settore per oltre sessant'anni, il fondatore della Treccani, non può essere definito e trattato come una comune vittima della guerra civile italiana e pertanto, come accaduto per tutti i morti sul fronte degli sconfitti, dimenticato".

"Giovanni Gentile è stato un personaggio che meriterebbe statue, piazze e monumenti in tutta Italia - ha proseguito Torselli - ma a Firenze il comune si rifiuta perfino di apporre una targa sul luogo dove fu ammazzato, nonostante il consiglio comunale abbia deliberato in passato di apporre una lapide alla sua memoria. Certo, se si pensa che alcuni consiglieri comunali che addirittura siedono nella maggioranza che sostiene il sindaco Renzi, lo scorso anno, avevano proposto di rimuoverne le spoglie dalla basilica di Santa Croce, si capisce a che livello di idiozia possa portare il paraocchi ideologico".

Sulla stessa lungheza d'onda interviene Alessandro Draghi, Presidente Provinciale della Giovane Italia e Consigliere del PdL al Quartiere 2: "appena eletto, presentai una mozione al Quartiere per chiedere di istallare perlomeno una targa alla memoria del filosofo nei giardini antistanti Villa Montalto. La risposta, grottesca, de Quartiere fu che il gusto dei cittadini di Campo di Marte non era pronto per quell'assaggio di revisionismo inopportuno".

"Mi sono anche fatto promotore - prosegue Draghi - di istallare a mie spese sul muro esterno della Villa una lapide che ricordasse il luogo dell'assassinio di Gentile, ma in questo caso a rispondermi fu il legale rappresentante delle proprietarie attuali dell'immobile il quale mi fece notare come una 'targa funebre' non sarebbe stata appropriata esteticamente ad un luogo che ospita solitamente feste, matrimoni e ricevimenti. Una risposta ridicola, ma purtroppo ad oggi, la memoria di Gentile resta ancora senza ricordo".

"Una targa funebre - conclude ironicamente Marco Scatarzi, Presidente Cittadino della Giovane Italia - in effetti potrebbe essere 'poco appropriata esteticamente' per un posto del genere, per noi, vista la bellezza di questa zona, è decisamente meno 'appropriata esteticamente' la discarica abusiva tollerata di fronte a Villa Montalto che oggi, mette in bella mostra, perfino un frigorifero abbandonato. Tra una discarica ed una lapide in marmo con un nome ed un cognome, peraltro di un grande personaggio della nostra storia, crediamo decisamente che sia meno appropriata la prima".

"Tornando seri - conclude Scatarzi - la memoria di uno dei più grandi pensatori ed accademici del '900, ucciso proprio nella nostra città, è affidata per l'ennesimo anno ad un gruppo di ragazzi che, in autonomia, decidono ogni 15 aprile di portare un fiore sul luogo di quell'omicidio, il silenzio delle istituzioni è vergognoso. Quando la sinistra che governa questa città capirà che la memoria condivisa di un popolo si costruisce anche attraverso i grandi uomini che ne hanno animato la storia, a prescindere dal colore politico, avremmo definitivamente compiuto un passo importante. Purtroppo, credo ci siano ancora troppe persone che lucrano e creano la propria notorietà incentivando rancori e tentando di mantenere vivi antichi odii ideologici".

venerdì 13 aprile 2012

LE RAGIONI DI UNA SCELTA

Nelle ultime settimane in molti mi hanno chiesto le ragioni della mia scelta di candidarmi all’interno della Lista Tosi. La risposta è molto semplice: coerenza. La giunta Tosi (appoggiata anche dal Pdl, non scordiamolo!) in questi 5 anni ha lavorato molto bene e, non a caso, i sondaggi indicano il primo cittadino di Verona come uno dei sindaci più amati d’Italia. Nonostante queste premesse ed un congresso cittadino che ha nominato segretario Davide Bendinelli, con la precisa volontà di sostenere Flavio Tosi, i vertici regionali del partito hanno deciso diversamente. Dopo numerose diatribe, soprattutto mediatiche, alla fine il Pdl ha deciso di presentare un proprio candidato in contrapposizione a Tosi, frantumando di fatto lo schieramento di centrodestra che lo ha unitariamente sostenuto in questi anni. Io, come tanti altri assessori, consiglieri e semplici militanti del Pdl, non ho accettato questo diktat imposto dall’alto e ho deciso, per coerenza, di continuare a sostenere l’attuale sindaco. A chi mi ha tacciato di incoerenza ricordo che sono stati loro ad allearsi con il maggior colpevole della disgregazione del Pdl, il signor (?) Gianfranco Fini. Detto questo, ora si tratta, con l’aiuto indispensabile di tutti voi, di cogliere un grande risultato: portare i nostri valori, i valori della Destra Sociale (l’identitarismo, la partecipazione, l’orgoglio nazionale), all’interno della Lista Tosi. Io, come tanti altri camerati ed amici, credo fermamente in questo progetto. Ora si tratta di realizzarlo.

Massimo Mariotti

mercoledì 11 aprile 2012

SOLIDARIETA' A DESTRA

CasaPound Italia (Cpi), un movimento della galassia dell’estrema destra italiana, rompendo il tabù della superiorità della razza organizza progetti di cooperazione internazionale, dalla Birmania ai Balcani, al Sudafrica. L'inchiesta pubblicata sul numero di aprile di Popoli, mensile internazionale dei gesuiti, descrive i progetti promossi da Cpi e ricostruisce l’idea di solidarietà su cui si fondano queste azioni e il background sociale e culturale che le ispira, strettamente legato all’ideologia fascista.
L’autore dell’inchiesta, Enrico Casale, ha intervistato Sébastin Magnificat (presidente di Solidarité-Identités, la Onlus di Cpi nata nel 2011) e Franco Nerozzi (leader di un'altra associazione collegata a Cpi), ma anche studiosi dell’estrema destra italiana. Tra questi, Daniele di Nunzio, autore di Dentro e fuori da CasaPound. Capire il fascismo del terzo millennio, che spiega: «Per Cpi la cittadinanza si fonda sull’appartenenza nazionale. I diritti dell’uomo sono cioè legati all’appartenenza a una comunità nazionale: l’affermazione della persona non è concepita come un valore universale, ma come un valore esigibile dal singolo cittadino solo attraverso il rafforzamento della sua comunità di appartenenza». Questo spiega ad esempio perché i membri di Cpi sono disposti a realizzare iniziative di solidarietà in Italia per gli italiani e all’estero per gli stranieri, ma sono contrari a iniziative per immigrati nel nostro Paese.
Nell’inchiesta anche un’intervista a Sergio Marelli, segretario della Focsiv, federazione di decine di sigle del volontariato internazionale cristiano, che spiega le differenze fondamentali nel modo di intendere e realizzare la cooperazione.
http://affaritaliani.libero.it/sociale/progetti-cooperazione-casa-pound100412.html

giovedì 5 aprile 2012

E POI DICONO DI NON ESSERE IL GOVERNO DELLE BANCHE...

La rata più pesante dell’Imu arriverà sotto forma di “regalo di Natale”. Dopo l’allarme dei Centri di Assistenza Fiscale sull’impossibilità di rispettare le scadenze originarie si è infatti deciso di far pagare la nuova tassa in due tranche. La prima a giugno calcolata con aliquota base (4 per mille per la prima casa e 7,6 per mille negli altri), la seconda a fine anno quando saranno note tutte le addizionali fissate dai Comuni. L’esatto ammontare del secondo versamento si saprà però soltanto il 10 dicembre poiché fino a quella data il governo avrà la possibilità di inasprire ulteriormente il prelievo manovrando addizionali e detrazioni per assicurarsi in ogni caso l’incasso preventivato .

Questa la soluzione individuata durante il passaggio del decreto fiscale in Senato (approvato oggi) per cercare di mettere qualche punto fermo in un quadro dove la confusione regna sovrana. L’esame parlamentare non ha però risolto alcune problematiche evidenziate da media e centri studi nelle scorse settimane. La nuova tassa porta infatti con se una sorta di piccola bottega degli orrori che cresce di giorno in giorno. Abbiamo già dato conto della possibilità che le seconde case sfitte di proprietari benestanti finiscano per avere un trattamento addirittura più favorevole rispetto a prima.

La lista delle iniquità si è però ora arricchita di due nuovi elementi. Il primo è che le 88 fondazioni bancarie del nostro Paese non dovranno versare neppure un centesimo, il secondo è che dovranno invece pagare, e anche tanto, gli anziani residenti negli ospizi proprietari di una casa.

Respingendo un emendamento dell’Italia dei Valori che chiedeva di eliminare l’esenzione il Senato ha confermato che le fondazioni bancarie non dovranno versare l’Imu poiché la loro natura giuridica è quella di enti no profit. Poco importa che queste fondazioni siano gli azionisti più importanti di banche del calibro di Unicredit, IntesaSanPaolo o Monte dei Paschi di Siena e che come tali incassino dividendi milionari. E pazienza se tre anni fa la Corte di Cassazione ha sollevato dubbi sull’equiparazione delle fondazioni bancarie agli altri enti no profit ai fini delle esenzioni fiscali.

Messe in salvo le fondazioni, si colpiscono invece gli anziani ricoverati in ospizio per cui la nuova tassa rischia di tradursi una vera e propria beffa. Se hanno scelto di spostare la loro residenza nella casa di riposo e sono proprietari di un’ abitazione questa verrà tassata come se fosse una seconda casa. Dunque con aliquota più alta e senza detrazioni.

Per loro c’è però ancora una chance per sottrarsi al salasso visto che i Comuni hanno la possibilità di decidere esenzioni o variare le aliquote.

Tirano infine un sospiro di sollievo i proprietari di fabbricati rurali nei comuni montani che godranno di una totale esenzione così come i possessori di fabbricati classificati inagibili o inabitabili.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/04/fondazioni-bancarie-pagheranno-anziani-ricoverati-ospizio/202383/

lunedì 2 aprile 2012

SOLIDARIETA' AI MARO'

L'Associazione Nazionale Marinai d'Italia ha testimoniato anche a Cagliari la solidarietà nei confronti dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti dalle autorità indiane dallo scorso 15 febbraio, con un corteo partito nel primo pomeriggio da viale Buoncammino e conclusosi nella sede di rappresentanza della Prefettura, in piazza Palazzo. Il presidente della sezione cagliaritana dell'Anmi, Gianfranco Meloni, ha consegnato al prefetto Giovanni Balsamo una lettera attestante l'appoggio che la stessa Anmi dimostra al Governo per l'azione tesa ad ottenere il rimpatrio dei due fucilieri e il riconoscimento della giurisdizione italiana per la trattazione del caso di cui sono protagonisti. Al corteo oltre agli inscritti all'Anmi hanno partecipato Associazioni d'Arma e cittadini. Da ieri, intanto, un grande nastro giallo sovrasta il cancello della base navale di Cagliari, sede del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sardegna (Marisardegna), in segno di vicinanza ai due sottufficiali.
http://www.unionesarda.it/Articoli/News/260177

giovedì 29 marzo 2012

L'UNGHERIA NON ABBASSA LA TESTA

A ben vedere non sono mancati i colori dalle manifestazioni che negli ultimi dieci giorni hanno sfilato per le strade del centro di Budapest. Il verde, il bianco e il rosso della bandiera ungherese erano facilmente individuabili, giacché orgogliosamente sventolati da decine di migliaia di cittadini magiari intenti ad esprimere appoggio al loro Governo, la cui rediviva sovranità è insidiata da quelli che gli ungheresi definiscono “burocrati dell’Unione europea”. Nulla di rivoluzionario, dunque, negli intenti di queste enormi folle di persone, bensì la volontà di affermare corrispondenza tra le scelte del Governo Orbán e le istanze del popolo. E’ per questo, evidentemente, che la stampa occidentale ha, se non ignorato, minimizzato l’entità o diffamato i contenuti di queste enormi manifestazioni. Là dove le folle brandiscono le proprie bandiere nazionali, sostengono i propri sovrani e decidono di non voler spalancare le porte dei propri confini alle ingerenze ...
... straniere, per i media occidentali mancano i crismi del politicamente corretto. Il principio che sta alla base delle scelte editoriali è semplice: se non è “rivoluzione colorata” (dai vessilli monocromatici del pensiero unico mondialista), non è legittimo parlarne. Desolante che questo selettivo e arbitrario principio finisca per nascondere all’opinione pubblica una realtà invece meritevole di venire approfondita, non fosse altro che per assolvere la funzione di imparzialità che dovrebbe qualificare la stampa. Una realtà molto vasta, stando ai numeri dei partecipanti a queste manifestazioni in solidarietà del Governo ungherese e contro l’Unione europea.
L’ultimo di questi appuntamenti si è registrato sabato scorso. Un gruppo di figure pubbliche – giornalisti, scrittori, accademici, imprenditori – vicine alle idee del partito di Governo Fidesz ha indetto un raduno, al centro di Budapest, per esprimere vicinanza al premier Orbán. L’iniziativa è stata definita “marcia della pace per l’Ungheria”, e ha avuto lo scopo di affermare “il progresso e l’indipendenza” della nazione magiara. L’adesione è stata gigantesca, la strada che collega la centralissima piazza degli Eroi al Parlamento si è trasformata in un fitto fiume di gente (stime parlano di almeno centomila partecipanti). Tantissime le bandiere ungheresi, ma anche tante le torce accese, le quali, nel buio del tardo pomeriggio, hanno reso suggestiva l’atmosfera. Tra i partecipanti anche Szilard Nemeth, sindaco del distretto di Csepel, a Budapest, il quale ha rivolto un appello al popolo affinché preghi per Orbán, in modo da difenderlo dagli “attacchi brutali” cui è sottoposto in questo periodo.
Il massiccio corteo di sabato scorso ha convogliato una serie di iniziative susseguitesi nei giorni precedenti, altrettanto espressive delle istanze di una larga fetta della popolazione ungherese. Il 14 gennaio, esattamente una settimana prima del grande raduno di sabato scorso, in strada era invece sceso il partito Jobbik, attualmente all’opposizione. L’iniziativa di Jobbik – caratterizzato da una linea fortemente nazionale e sociale, oltre che contraria all’Unione europea – ha riscosso un ampio successo, si parla di diverse migliaia di manifestanti. Dal palco della manifestazione Elod Novak, eletto in Parlamento tra le file di Jobbik, ha dato alle fiamme una bandiera dell’Unione europea, gesto seguito alle parole appassionate di un suo compagno di partito, l’europarlamentare Csanad Szegedi: “Questa settimana l’Ue ha dichiarato guerra all’Ungheria in modo aperto e violento”. E’ bene ricordare che Jobbik, partito che i media italiani bollano sbrigativamente come la deriva fascista di un marginale drappello di squinternati, è il secondo partito d’opposizione in Ungheria e, nelle elezioni del 2010, ha guadagnato 47 seggi in Parlamento.
L’Ungheria, tallonata da speculazioni finanziarie che rischiano di condurla al fallimento, vive giorni cruciali. La scorsa settimana l’Unione europea ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti del Paese governato da Viktor Orbán. Quest’ultimo avrà nella giornata di martedì un incontro con José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, per cercare di appianare le controversie nate dopo l’entrata in vigore della nuova Costituzione ungherese. Una soluzione rosea per l’Ungheria è forse un bandolo di una matassa che Gabor Vona, leader di Jobbik, ha individuato in una strada ben precisa: “La parola torni ai cittadini, l’Ungheria deve uscire dall’Unione europea”. La grande partecipazione alle manifestazioni degli ultimi giorni dimostra che Gabor Vona è interprete di un pensiero molto diffuso tra il popolo magiaro.

sabato 3 marzo 2012

ALLA FACCIA DEL PARTITO UNITARIO!

Un «sei per tre» che non fa diciotto ma scatena...un quarantotto. La campagna elettorale del Pdl per le amministrative del 6 e 7 maggio entra nel vivo prim'ancora che vengano presentate le liste (termine il 2 e 3 aprile). Ed è polemica sul manifesto di sei metri per tre affisso da ieri, in città,, con slogan «Noi. Con Verona». Sul cartellone ci sono poi il logo del Pdl e i cognomi degli assessori comunali Bertacco, Sboarina, Padovani e dei consiglieri Elena Traverso ed Ederle, tutti ex An giorgettiani, e dell'assessore Polato, ex Forza Italia ala Brancher. Vale a dire, la quota del partito che, con la senatrice Bonfrisco, al congresso cittadino ha sostenuto Rupiani, ex Fi, alla segreteria cittadina, contro Davide Bendinelli. Questi aveva con sè l'ala ex Fi vicina al vicesindaco Giacino e agli assessori Montagna, Benetti e Di Dio, e ha vinto. E ora si candida ufficialmente a sindaco. La foto del manifesto ha fatto il giro di telefonini e web. Dal «sei per tre» del Pdl mancano dunque i consiglieri ex An Maschio, Lella e Lucia Cametti (in pista con la lista «Qui e adesso» con Fli) e i consiglieri comunali ex Fi (Papadia, Gasparato, Casali, Tacchella, Forte e Comencini). In pratica, tutti i vicini a Bendinelli e che si dice potrebbero passare in massa in liste civiche per Tosi. La Traverso sottolinea l'iniziativa: «Gli spazi per i manifesti li ho acquistati io, in accordo e condivisione, anche economica, con un gruppo di amministratori del Pdl con cui ho lavorato bene in questi anni creando anche un rapporto di amicizia. Li abbiamo comprati ben prima del congresso e rientrano nel quadro della normale attività di campagna elettorale. Anzi, mi auguro che altri esponenti del Pdl e il coordinamento cittadino facciano altrettanto». Aggiunge il consigliere: «Ricordo che alle regionali di due anni fa apparvero manifesti analoghi con i volti dei candidati del Pdl e nessuno sollevò obiezioni. Noi rappresentiamo un gruppo che si riconosce in pieno nel Pdl e in questi anni ha lavorato sodo per il bene di Verona. E ricordo che se la nostra città ha ottenuto risultati importanti non è merito solo del sindaco, ma di assessori e consiglieri che l'hanno affiancato».  Polato rincara la dose: «Sono orgoglioso di aver amministrato questi cinque anni con il Pdl», dice, «ottenendo risultati che lo stesso congresso ha sancito, visto che ho preso 600 voti. Il candidato sindaco? È un problema del coordinamento cittadino». Bendinelli però non la manda giù. «Prendo atto dei manifesti affissi senza condivisione del partito e sono molto amareggiato, perché lavoro da quando sono stato eletto coordinatore con spirito collaborativo e unitario», dice, «tant'è che per lunedì ho convocato il direttivo per ragionare sulle candidature a sindaco e giovedì ne avevo parlato con Sboarina, Polato e poi con Alberto Giorgetti e nessuno mi aveva detto dei manifesti. Questo è un atto estremamente grave verso di me», aggiunge, «che dimostra la totale inaffidabilità di quanti hanno deciso l'iniziativa. Se prima ero incerto, ora lancio la mia candidatura a sindaco». Trazzi, vicario di Bendinelli: «Questi manifesti sono una presa di posizione di rottura, alla vigilia di lunedì. Ora Bendinelli è legittimato a candidarsi». Il coordinatore regionale Alberto Giorgetti sta però trattando con l'Udc e il Terzo Polo e il profilo del candidato unitario sarebbe di un esponente di area cattolica, esterna ai partiti. Papadia glissa, sui manifesti: «Ognuno spende i soldi come vuole. Io ho un mutuo da pagare».
http://www.larena.it/stories/dalla_home/339080_elezioni_ora__scontrototale_dentro_il_pdl/

venerdì 2 marzo 2012

UNA VOLTA ERANO ALLEATI

Manca un mese esatto alla presentazione delle liste alle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio (termine per le liste il 2 e 3 aprile) e sale la febbre nel centrodestra per trovare il candidato o i candidati sindaco anti-Tosi. Dal coordinatore regionale del Pdl Alberto Giorgetti parte però un siluro nei confronti del presidente della Regione Zaia, leghista alleato con il Pdl, che a Verona ha lanciato la volata a Tosi ricandidato. «Le sue parole tendo a minare l'alleanza in Regione», dice Giorgetti. E mentre il Pdl è ancora al toto-candidato e anche nell'Udc, nell'ambito del Terzo Polo Lucia Cametti, consigliere comunale del Pdl, ex An, incassa a Roma la fiducia di Fini, Bocchino e Menia come papabile per la carica di candidato sindaco di Futuro e Libertà e, forse, anche del Terzo Polo, di cui fa parte l'Udc e Api. Lo stesso Terzo Polo, fra l'altro, potrebbe allearsi con il Pdl e i moderati all'interno di un progetto di Ppe. Giorgetti pone intanto un chiaro altolà a Zaia. «Le sue dichiarazioni, in piena campagna elettorale, invece di rasserenare sulla tenuta dell'alleanza fra Pdl e Lega in Regione tendono a minarla», dichiara. «Mi riferisco in particolare alla dichiarazioni di Zaia sulla tesoreria», aggiunge, relativamente all'intimazione della Regione al tesoriere regionale, Unicredit banca, di inviare soldi a Roma, al fine di lasciarli in Veneto. «Ancora una volta queste dichiarazioni sulla tesoreria sembrano dare l'idea che i soldi pubblici siano prerogativa della Regione Veneto e non un diritto fondamentale di tutti i cittadini italiani e veneti. È evidente che il Governo Monti non ha mai messo in discussione la quantità e la certezza delle risorse disponibili per i veneti. Credo che Zaia», conclude Giorgetti, «farebbe meglio nei prossimi giorni a tenere un profilo istituzionale e meno fazioso rispetto alla prossima campagna elettorale, così come il presidente Formigoni per la Regione Lombardia». Il Pdl stesso sta lavorando a una propria candidatura a sindaco e lunedì si riunirà il coordinamento cittadino per vagliare le ipotesi sul tavolo. Vale a dire, quello dello stesso coordinatore Bendinelli, consigliere regionale, ala ex Forza Italia, del presidente del Consiglio comunale Fratta Pasini, ex Fi e poi dell'ex An Alberto Giorgetti stesso e degli assessori Bertacco e Sboarina, entrambi vicini a lui, ma anche all'ala ex Fi del partito vicina al deputato Aldo Brancher, alla senatrice Bonfrisco e all'assessore Polato. «Sarà il coordinamento a esprimersi e a dare un'indicazione al partito sulla candidatura», dichiara Bendinelli, che ha il nodo, però, di quelli che l'hanno sostenuto al congresso e potrebbero lasciare il Pdl per la Lista Tosi. A Roma intanto Lucia Cametti, che ha già presentato la sua lista «Qui a adesso», ha incontrato a Roma, alla Camera, — con il coordinatore veneto di Fli Giorgio Conte, il provinciale Flavio Amicabile, il cittadino Tomas Piccinini e con Roberta Vezza — Fini, Menia e Bocchino, i vertici di Fli. Subito dopo, sempre presente Fini, ha parlato con il segretario dell'Udc Cesa e il portavoce nazionale del partito De Poli, segretario dell'Udc veneto. «Ho dato il programma della mia lista a Fini, che lo ha apprezzato. Mi sono detta disponibile a essere la candidata di Fli e anche del Terzo Polo, facendo confluire la mia lista». L'Udc, però, sta pure lavorando a una propria candidatura a sindaco. In prima fila c'è il coordinatore cittadino dell'Udc, Marco Vicentini. L'ipotesi Lucia Cametti come candidata del Terzo Polo? «L'Udc sta valutando», dice De Poli. «Ci sono anche altri nomi come Valdegamberi», che però si sarebbe ritirato, «e altri autorevoli esponenti della società civile. Sono fiducioso e convinto che il confronto con il Terzo Polo sarà comunque costruttivo».
http://www.larena.it/stories/dalla_home/338354_giorgetti_a_zaiaregione_a_rischio/