Divisi sul governo Monti, divisi sull'alleanza con la Lega e soprattutto in guerra tra di loro: è lo spettacolo che offrono in questi giorni dirigenti e amministratori del Pdl scaligero. Sullo sfondo c'è sì la traumatica uscita di scena di Berlusconi con le diverse anime del Pdl alla ricerca di una propria strada, ma anche la competizione per la conquista delle segreterie provinciali e comunali nei congressi che, dopo la campagna tesseramenti, potrebbero slittare al 2012 o addirittura alle calende greche, vista la situazione estremamente fluida. Le crepe coinvolgono tutti i livelli del partito e l'accusa di essere un «forcaiolo» lanciata dall'ormai ex ministro Galan contro il coordinatore veneto, e ormai ex sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti che voleva espellere i «traditori» Gava e Destro, la dice lunga sui rapporti «fraterni» al vertice del partito. A tutto ciò si aggiungono le incognite sulle alleanze per le elezioni amministrative della prossima primavera. Il sindaco leghista Flavio Tosi ha già ipotizzato una corsa solitaria per Palazzo Barbieri. Una scelta che con ogni probabilità spaccherebbe il Pdl, provocando una «fuga» verso la Lista Tosi.
Nel confronto interno, intanto, non hanno certo contribuito a rasserenare gli animi le dichiarazioni a L'Arena del coordinatore cittadino Massimo Giorgetti che ha paragonato a «topi che scappano dalla nave che affonda» quanti, nel partito, sono intenzionati a salire sul carro tosiano «per piccoli calcoli politici». «Gli unici topi che conosco», replica l'assessore Vittorio Di Dio, destra sociale, «sono i finiani che sono già scappati dal Pdl». Ma la presa di posizione più dura nei confronti di Giorgetti è quella del vicesindaco Vito Giacino, ex Forza Italia. «Spero che quando parla di topi che lasciano la nave non si riferisca a situazioni veronesi, ma non posso fare a meno di dare voce ai tanti che, dopo aver letto queste parole si sono indignati per i toni usati. In questi anni», esclama «ci siamo trattenuti dal rispondere a Massimo Giorgetti per difendere l'immagine del partito, ma trovo fuori luogo che chi lo rappresenta usi certi toni: chi è stato nominato da Roma dovrebbe avere più rispetto per chi è stato eletto, quindi non staremo più zitti».
Quanto ai rapporti con Tosi, a guastarli afferma il vicesindaco «sono stati certi attacchi all'amministrazione e certi toni». E allora? «O si torna al dialogo o non c'è più tempo per riallacciare e sarebbe un peccato perché abbiamo lavorato bene e di questa squadra fa parte anche il Pdl». Infine, il congresso. «È l'occasione giusta», dice, «per confrontarci, a meno che non si voglia utilizzare come alibi il difficile momento politico per non farlo. Dopo sette anni gradirei votare chi, legittimamente, detterà la linea del partito».
http://www.larena.it/stories/dalla_home/306733_pdl_esplode_la_contestazione_basta_con_questi_dirigenti/
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